Il problema é … la nostra intelligenza (?)

17 February 2018

Alcune “macchine” stanno diventando capaci di prendere decisioni in modo autonomo ed eseguire compiti che erano ritenuti appannaggio unicamente dell’uomo. Questo indubbiamente ci spaventa.

Da alcuni anni stanno proliferando gli studi che mettono in guardia dalle possibili ripercussioni negative dell’uso di tali macchine. In primo luogo sul mondo del lavoro con previsioni di livelli disastrosi di disoccupazione.

Su questo tema esistono opinioni discordanti. Alcuni studi preannunciano disoccupazione di massa, altri affermano che grazie ad una maggiore efficienza e diminuzione dei costi si creeranno nuovi posti di lavoro.

Noi riteniamo che il problema sia complesso e vada inquadrato in un modello che cerchi di analizzare la situazione economica, quella ambientale, gli impatti sociali e le tendenze in atto nella società. l’IA è uno strumento potente e che, come tutti gli strumenti potenti dobbiamo favorire l’uso in senso positivo. Se sbagliamo desiderio avverrà quello che le fiabe da sempre prevedono: un disastro.

Se creeremo armi autonome, queste saranno difficili da controllare. Se il nostro desiderio ultimo è creare profitto e aumentare il PIL, finiremo facilmente per aumentare anche la diseguaglianza sociale (fenomeno già in crescita).

Coloro che affermano che a fronte di un aumento della produttività e di una diminuzione dei prezzi, si creeranno nuovi lavori e ricchezza per tutti, trascurano di solito due elementi:
i nuovi lavori comporteranno skill elevati che pochi si potranno permettere
la crescita dell’economia deve fare i conti con un ambiente grande, ma limitato: il pianeta in cui viviamo.

K.E.Boulding fin dal 1966 affermava che dobbiamo passare dall’economia del cow boy a quella dell’astronauta. Il cow-boy è il simbolo delle pianure illimitate e richiama il comportamento spensierato, sfruttatore e violento caratteristico delle società aperte quali praterie …. Nell’economia dell’astronauta si paragona il pianeta ad una navicella spaziale con serbatoi limitati sia per l’utilizzazione delle risorse che per la produzione di scorie.

Chi crede che sia possibile una crescita infinita in un mondo finito o è un pazzo o è un economista diceva sempre Kenneth Boulding, economista, fin dal 1960.

Se rivolgiamo i nostri desideri verso il benessere, coscienti che le risorse sono limitate l’Intelligenza Artificiale diventa una risorsa preziosa, non per la crescita del profitto, ma per conseguire i nostri veri obiettivi: benessere, diminuzione delle diseguaglianze, cultura, lavoro, reddito, ma anche tempo libero, partecipazione alla vita sociale, amicizie e amore, salute, istruzione, ecc.

Con l’IA possiamo migliorare la misura di questi indicatori (superando il PIL che oggi impera come unica misura del progresso) e individuare strategie migliori per conseguirne il miglioramento.

Inoltre, se cominciamo a pensare all’ambiente con un complesso organismo (l’ipotesi Gaia di James Lovelock) l’IA diviene uno strumento utile per capire i costi di produzione dei nostri beni e servizi.

In una visione a risorse infinite è il mercato a definire il prezzo. In un ambiente vivente il prezzo è la nocività ambientale e le scorie che un processo produce.

L’IA sta avendo successo in medicina aiutando a diagnosticare e curare malattie.
Così l’IA può aiutarci a diagnosticare e a curare i mali di cui soffriamo nella società e nell’ambiente, ottimizzando le risorse e indirizzandole verso il conseguimento di livelli di benessere crescenti, senza comprometterne il raggiungimento per le generazioni future e le altre specie.

In molte parti del mondo stanno sparendo le api. La soluzione è costruire un drone molto piccolo che vada ad impollinare gli alberi, oppure monitorare le culture (anche con droni, robot e sensori) ed evitare di utilizzare pesticidi in modo massiccio?

L’auto a guida autonoma può essere un grande strumento. Ma il problema qual’era?
Il traffico eccessivo? Forse dobbiamo concentrarci sui problemi e trovare le soluzioni, anche quelle che non generano soltanto vendita. Il traffico lo possiamo limitare ottimizzando i trasporti, analizzandone il comportamento, mettendo a disposizione mezzi condivisi, aumentando il trasporto pubblico, creando semafori a comportamento adattivo e, perchè no, anche, e non solo, con l’auto a guida autonoma.

In generale, dobbiamo ritrovare, prima di tutto, la nostra intelligenza per individuare e risolvere i giusti problemi. Se ci muoveremo in questa direzione l’Intelligenza Artificiale è già e sarà ancora di più una risorsa preziosa.

(Associazione Italiana per l’Intelligenza Artificiale)